Depistaggio, in aula a Caltanissetta: la difesa: gli imputati non sono colpevoli
"Non vi e' possibilita' di pensare che Arnaldo Barbera, con la sua lunga esperienza, non avesse fatto cancellare ogni prova per evitare che la sua carriera venisse notevolmente compromessa". Lo ha detto l'avvocato Giuseppe Seminara durante l'arringa al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio. Il legale difende due dei tre poliziotti che hanno lavorato alla Squadra mobile di Palermo con il superpoliziotto Arnaldo La Barbera che - secondo l'accusa - avrebbe depistato le indagini inducendo il falso collaboratore di giustizia Vincenzo Scarantino ad accusare persone che non avrebbero partecipato alla fase esecutiva e progettuale della strage del 19 luglio del '92 in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta. "Per la posizione di Mattei ci sono elementi che non portano alla colpevolezza dell'imputato", ha detto il difensore. Il legale si e' soffermato sui mandanti esterni alla strage di via D'Amelio, dalla presenza di una persona estranea a Cosa nostra all'interno del garage in cui venne imbottita di tritolo la Fiat 126, all'agenda rossa. "La sparizione dell'agenda rossa di Borsellino e' un argomento interessante. L'interesse ad avere l'agenda rossa e' compatibile al compimento della strage? Sull'agenda rossa - ha aggiunto - quanti elementi abbiamo avuto? Sono stati aggiunti elementi di criticita' a una situazione gia' contradditoria. Noi ipotizziamo che vi sia stata una corrispondenza di interessi di soggetti partecipanti all'attivita' criminale".